Un caldo sabato di settembre nel Cheshire, 1959. Non ci muoviamo da dieci minuti. Davanti a noi, una coda di auto si estende fuori dalla vista dietro l’angolo. Tutti hanno spento il motore, e ora anche mio padre lo fa. Nel silenzio improvviso si sente il lontano lamento di quella che deve essere la prima gara del pomeriggio, un evento di dieci giri per berline. Sono passati cinque minuti dall’una. Tra un’ora i piloti si scalderanno per il main event, la Gold Cup: Graham Hill, Jack Brabham, Roy Salvadori, Stirling Moss e Joakim Bonnier. Mio padre ha sempre amato le auto veloci, e le corse automobilistiche hanno un forte seguito britannico proprio ora, motivo per cui siamo bloccati qui in questa corsia di campagna con centinaia di altre auto.

A mio padre non piace aspettare in coda. È abituato ai pazienti che aspettano in coda per vederlo, ma non è abituato ad aspettare in coda da solo. Una coda per lui significa che a un uomo viene negato il diritto di essere dove vuole essere in un momento a sua scelta, che è al fronte, ora. Sono passati dieci minuti e mio padre sta finendo la pazienza. Cosa sta succedendo più avanti? Quale testa grassa ha causato questo ringhio? Perche ‘ nessuna macchina viene dall’altra parte? C’è stato un incidente? Perche ‘non c’e’ la polizia che lo risolva? Ogni due minuti circa esce dalla macchina, attraversa il bordo opposto e cerca di vedere se c’è movimento in avanti. Non c’e’, torna dentro. Il tetto del nostro Alvis è giù, il sole batte sul rivestimento in pelle, il cromo, il cestino da picnic. Il cappuccio è piegato e pieghettato nella misteriosa fessura tra lo stivale e lo stretto sedile posteriore dove io e mia sorella siamo scrunched insieme come al solito. Il tetto è quasi sempre giù, qualunque sia il tempo: mio padre ama l’aria fresca, e ogni auto che abbia mai posseduto è stata una decappottabile, in modo che possa avere aria fresca. Ma l’aria oggi non è fresca. C’è una pallina di scarico ad alto regime, polvere, benzina, motori in ebollizione.

Nelle auto davanti e dietro, le persone ridono, mangiano panini, bevono da bottiglie di birra, si godono il tempo, si sistemano nella familiare indignazione dell’attesa-per-arrivare-davanti. Ma mio padre non è come loro. Ci sono solo due cose sulla sua mente: la testa invisibile della coda e, non estranei, l’altra metà della corsia di campagna, tantalizingly vuoto.

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