Al posto di un abstract, ecco un breve estratto del contenuto:
PERCHÉ IL FIGLIO DI DIO È DIVENTATO UOMO? FORSE non è del tutto opportuno affrontare-ancora una volta-una delle domande più famose della teologia: se Adamo non avesse peccato, il Figlio di Dio sarebbe diventato uomo?.1 Nel presente articolo vorrei solo dare un’occhiata più da vicino alla visione” tomista ” alla luce delle recenti (e non così recenti) critiche . Pertanto, tralasceremo domande come: Ha comunque importanza? o chi se ne frega?.2 Non parlerò nemmeno dell’esistenza di Adamo! Io Per quanto ne so, il primo scrittore a porsi questa domanda fu Ireneo.3 Adv. Haer. 5,14 è dedicato a dimostrare che se la nostra carne non avesse avuto bisogno di essere salvata, Cristo non l’avrebbe assunta. Combatte gli eretici che hanno negato la realtà del corpo di Cristo. Ireneo risponde che se Cristo non ha assunto: carne e sangue non avrebbe potuto redimerci (PG 7,1160-1163) . Ma afferma anche esplicitamente: Se non ci fosse carne da salvare, la Parola di Dio non si sarebbe mai fatta carne. (1161) 1 Alcuni recenti letteratura sul tema: R. Garrigou-Lagrange, “De motivo incarnationis,” Acta Acad. Pont. ROM. S. Thornae 10 (1944), 7-45; J. F. Bonnefoy, “La question hypothetique,” Rev. Esp. T-ol. 14 (1954), 827-868; P. De Lettera, “Se Adamo non avesse peccato,” ITQ 28 (1961), 115-125; G. Martelet, “Sur le motif de l’incarnation,” in Problemes actuels de christologie, ed. Bouesse-Latour (Parigi: Descleee de Brouwer, 1965), 85-80; G. Tessarolo, La necessità dell’incarnazione presso Vasquez, Tesi di teologia al Gregorianum, (Roma 1942). D. J. Unger, “L’amore di Dio la ragione principale per l’incarnazione secondo Isacco di Ninive,” Franc. Perno. 9 (1949), 148-155;” Robert Grosseteste sulle ragioni dell’incarnazione”, ibid., 16 (1956), 1-86; E. Doyle, “John Duns Scoto e il luogo di Cristo,” Clergy Review 57 (1972), 667-675. 2 Secondo E. Mascall, The Importance of Being Human, (London: Oxford University Press, 1959), 92-98: “La controversia è in gran parte accademica.”*Molti dei dati storici sono forniti da Martelet, op.cit., 46-60. 288 PERCHÉ IL FIGLIO DI DIO SI È FATTO UOMO? 289 Ireneo stava scrivendo circa l’anno 180. Sessanta o settanta anni dopo, Origene si è posto la stessa domanda.4 “Finché c’è il peccato”, dice, ” bisogna fare il sacrificio. Ma supponiamo che non ci fosse peccato: se non ci fosse mai stato peccato, non ci sarebbe stato bisogno che il Figlio di Dio fosse fatto Agnello (di sacrificio), e non avrebbe avuto bisogno di essere immolato nella carne; sarebbe rimasto ciò che era in principio, Dio il Verbo.”Atanasio 5 e Giovanni Crisostomo 6 seguirono Origene in Oriente. In Occidente, Agostino ha insegnato la stessa dottrina. Nel Sermo 174 7 egli afferma categoricamente: Se l’uomo non fosse morto, il Figlio dell’uomo non sarebbe venuto. La Lucentezza ha la famosa frase, ” Tolle morbos, toile vulnera, et nulla est medicinae causa.”8 Troviamo la stessa dottrina in Cirillo di Alessandria, 9 Leone Magno, 10 Gregorio/1 e altri. Nel Medioevo, tuttavia, le voci di protesta cominciarono ad essere sollevate. I Padri, in particolare i Greci, avevano spesso messo come motivo dell’incarnazione la deificazione o l’adozione dell’uomo, quasi, sembrerebbe, a parte il fatto del peccato. Il primo, tuttavia, a rispondere esplicitamente alla nostra domanda in senso affermativo fu Onorio di Autun (morto dopo il 1130) che disse che il peccato del primo uomo era la causa, non dell’incarnazione ma della morte e della dannazione. L’incarnazione avvenne perché Dio aveva predestinato l’uomo alla deificazione.12 Teorie simili sono state esposte da Rupert di Deutz / 3 Alexander di Hales 14 e Alberto Magno.15 Alessandro di Hales, per * In Num. hom. ~4, 1, PG 1~, 756 (Enchir. Patr. Rouet 49~). 5 Adv. Arianos o. ~. 56 (R ~65). 6 In Eb. hom. 5, 1, (R 1~18). 1 R 1517. 8 Citato da S. Thomas, Summa Theol., III, q. 1, a. 3, sed contra. CF. Augustine, Enchiridion…